martedì 30 aprile 2013

Con la testa fra le nuvole 7° capitolo

E' un po' che non scrivo...ho preso una piccola canina che mi sta facendo impazzire, in tutti i sensi!
Lei e la mia bellissima nipotina mia hanno rubato le ore ed i giorni :-)
Ma non potevo lasciarvi ancora a lungo senza un'altro capitolo del mio racconto. Ormai siamo veramente alla fine e spero che vi siate divertiti!
Quindi, senza ulteriori indugi, buona lettura :-D


Con la testa fra le nuvole

Capitolo settimo

Quando mi capita di raccontare che sono un’assistente di volo, due sono le domande che normalmente mi vengono poste: quanto guadagno e se è vero che fra colleghi ci siano tutti questi menages.

Curiosità che normalmente trovo un po' fuori luogo perché, nel primo caso, non è carino parlare di denaro, nel secondo, considero i luoghi comuni piuttosto sciocchi e lontani dalla realtà.
Ma vedrò di assecondare almeno la seconda indiscrezione dato che corrisponde al desiderio di sapere dei più.
Il nostro è un ambiente di lavoro come tanti altri e, come tanti altri, crea i presupposti e le occasioni perché due persone si incontrino e si piacciano.
Forse la differenza, che a molti sembra determinante, sta nel fatto che, per tutta la durata del turno, circa quattro giorni, si sia a vero stretto contatto con i colleghi, pernottando negli stessi alberghi.
Per il resto non c’è nulla di diverso.
Chiaramente lo stare fuori per più giorni, vedendo sempre le stesse persone, facilita la familiarizzazione. Siamo come bambini che appena si incontrano cominciano a giocare e sembra si conoscano da sempre, mentre in realtà non sanno nulla l’uno dell’altro.
Così è  il rapporto d’equipaggio.
Pare che ci si conosca tutti da quando si è piccini, scherziamo, ridiamo, lavoriamo insieme al meglio e poi finito il turno magari non ci si incontra più per mesi e fai in tempo a dimenticare tutto ciò che ti è stato raccontato.
Ma per la sopravvivenza questo è necessario, per potersi fidare l’uno dell’altro e per poter entrare prima in relazione con persone lontane da te per età, provenienza ed esperienze, con le quali dovrai comunque passare un po’ della tua vita.
Col tempo naturalmente i rapporti si consolidano e si scelgono per amici le persone con cui si ha maggior affinità, con gli altri si manterrà la solita bonaria superficialità.

Ricordiamoci che l'uomo è cacciatore. Quindi trovo che sia normale che noi hostess si sia spesso oggetto di attenzioni un po' maliziose. Fa parte del gioco.
D'altra parte i complimenti gratificano la nostra vanità…
Forse alla lunga può stancare sentirsi perennemente una possibile preda, anche perché ci obbliga costantemente a mantenere l'occhio vigile ed una certa distanza che rende ogni rapporto un po' meno spontaneo. La spontaneità è spesso, e/o volutamente, fraintesa, quindi meglio non essere troppo, e/o volutamente, ingenue.
Ma qui comincia il gioco a due. Se sei interessata puoi lanciarti in questa avventura sapendo che, come in tutte le avventure, potrebbe come no esserci il lieto fine. Altrimenti ti tiri indietro e prosegui per la tua via senza che nessuno batta ciglio.
Più antipatiche sono le attenzioni e le insistenze moleste, che non rispettano le regole del gioco. In questi casi bisogna essere inflessibili e non farsi intimorire dai gradi o dall'età dei proci.
Concludendo…facile avere flirt come facile trovare l’uomo della vita…proprio come in ogni altro ambiente di lavoro!


Lasciando da parte i colleghi, anche i passeggeri non mancano di omaggiarci delle loro attenzioni.
È un classico innanzitutto che i passeggeri lascino alla hostess il biglietto da visita.
Questo indipendentemente dalle loro intenzioni. Forse una forma di cortesia o la maniera per farci capire che hanno apprezzato il viaggio e la nostra presenza a bordo.
Per un memento più incisivo,  sul retro del biglietto scriveranno un messaggio un po' più personale.
Ricordo un signore molto elegante, piuttosto anziano ma ancora di bell'aspetto; alto, capelli bianchi e completo di lino bianco correlato da panama dello stesso colore.
Non ricordo esattamente cosa successe durante quel volo, ma una volta arrivati a destinazione, il signore mi volle lasciare il suo biglietto e sul retro trovai le seguenti parole:

Gentile Signorina,
ho potuto apprezzare la di Lei assistenza a bordo e la sua professionalità e gentilezza sono onore e vanto di questa compagnia.
Distinti saluti

Immaginate la mia felicità…ero già pronta a mostrare al mio istruttore un cotanto elogio quando mi accorsi di un piccolo errore: al posto del mio nome lessi "signorina Teresa"!
Ora dico…tra Federica e Teresa c'è una discreta differenza…come aveva fatto a storpiare così il mio nome!
Il biglietto naturalmente l'ho tenuto ad intimo gaudio e ammonimento futuro: scandisco sempre bene il mio nome dopo quell’episodio.
Un giovane signore una volta mi scrisse…"All’assistente di volo più dolce che conosco"… e pensare che non gli avevo quasi rivolto la parola, ero tutta presa da alcuni passeggeri, un po' irritati dal ritardo, che cercavo di ammansire!
C'è poi chi non lascia il biglietto ma passa direttamente all’attacco.
Ore 07.00 Stoccarda - Milano Malpensa. Primo volo del mattino di una splendida giornata di marzo.
Il servizio prevedeva una bella colazione e il passaggio di bevande calde e fredde.
Avevo notato un giovanotto tedesco, biondo, molto magro, con un gran barbone che mi guardava insistentemente.
Mi sento sempre un po' in imbarazzo in questi casi e cercavo di sfuggire alle sue occhiate. 

Circa a metà servizio mi chiese se fosse possibile avere un altro panino, glielo portai e mi accorsi che mangiava con grande appetito, non solo con gli occhi!
Continuai a servire il caffè sbirciandolo di tanto in tanto.
Mi avvidi allora che il ragazzo, per niente intimidito, chiedeva ai passeggeri seduti accanto quel poco che rimaneva loro nei vassoi.
Doveva avere proprio fame!! Presa da pietà controllai se fosse rimasto qualcosa e gli portai un'altra colazione.
Rimase colpito e mi sorrise a lungo.
A terra mi accorsi che non si affrettava a scendere…mi stava aspettando…mi ringraziò della cortesia, mi chiese se fossi italiana (io ho capelli rossi e lentiggini), come mi chiamassi e se fossi sposata! Alla mia risposta negativa mi salutò strizzandomi l'occhio e mormorò: 

"Very interesting".

Ma parliamo adesso di Alberto, passeggero di classe business in viaggio per Marsiglia.
Milanese ma con tutta l'aria del francese, biondo, capello corto, viso simpatico ed una tremenda maglia a righe orizzontali rosse e blu.
Mi venne incontro per sedersi in prima fila e avendo con sé un porta abiti voluminoso, nel sistemarsi lo appese alla cappelliera; poiché stavano arrivando altri passeggeri lo invitai a spostarlo e lui subito si risentì e un po' scocciato sistemò i suoi bagagli più celermente.
Durante il servizio non ebbi il tempo di parlare con lui né avevo particolare interesse a farlo.
Avvicinandoci a Marsiglia incontrammo una leggera turbolenza e il comandante ci chiese di sederci e cinturarci. La mia postazione era proprio di fronte ai passeggeri di business e, gioco forza, io e Alberto (allora non sapevo il suo nome) ci mettemmo a chiacchierare.
Lui stava andando a trovare un caro amico ad Aix-en-Provence e si sarebbe trattenuto lì qualche giorno. Io avrei passato tutto il giorno seguente proprio a Aix, dove si trovava il nostro albergo.
Sembrava un segno del destino!
Una volta atterrati, un po' titubante, Alberto mi chiese il numero di telefono per potermi rintracciare e mi diede il suo biglietto.
Mi disse che non voleva sembrare inopportuno, ma che sarebbe stato carino poterci rivedere. Per tranquillizzarlo e fargli capire che non stava facendo nulla di strano io, imbarazzata quanto lui, non trovai di meglio che rispondergli:

 "Non preoccuparti…ce lo lasciano in tanti il biglietto da visita!"
Mi morsi la lingua sull'ultima parola! Non avrei potuto dire niente di più stupido e di meno confortante!!
In ogni caso non pensavo che l’avrei rivisto. Ci salutammo.
Il giorno seguente invece lui e il suo amico mi vennero a trovare in albergo. Fu divertente perché io ero vestita molto formale e loro si presentarono in calzoncini e scarpe da ginnastica invitandomi ad andare a correre.
Chiaramente rifiutai e decidemmo di risentirci più tardi. Non avevo intenzione di incontrarli ma Alberto fu talmente insistente che alla fine chiesi alla mia collega di venire con me ed accettammo l'invito. Ci portarono a Marsiglia e passammo un pomeriggio molto divertente.
L'amico di Alberto era una persona davvero carina e a fine giornata il bilancio fu decisamente positivo anche se declinammo l'invito a restare fuori a cena.
Io e Alberto ci risentimmo nei giorni appresso e un week end venne a trovarmi a Roma.
Passammo una giornata splendida e la sera rimase a dormire da me…forse rimase un po' deluso nello scoprire che gli avevo preparato il letto nella stanza accanto alla mia!
Anche se non duraturo il nostro è stato un bell'incontro e per molto siamo rimasti in contatto.
Alberto è un ragazzo ( lui ci tiene tanto che non lo si definisca uomo!) allegro, intelligente e super attivo…credo che non ci sia uno sport che non abbia praticato almeno una volta! Riesce sempre a farmi ridere con le sue battute e quella sua risata inconfondibile!
Ricordo che gli piaceva raccontare agli amici che ero stata io ad agganciarlo dandogli il mio biglietto da visita e che, per tutto il volo, gli avevo insistentemente guardato le gambe!!
Ora credo sia sposato…e gli auguro tutto il bene possibile!







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