Con la testa fra le nuvole
Capitolo sesto
Avere bambini a bordo è spesso impegnativo.
Molto dipende dall’età e molto dalla libertà ed educazione ricevuta dai genitori. Ma questo vale in volo come in ogni altra circostanza.
Gli “infant” sono i neonati da 0 a 3 anni di età.
Possono essere veri angioletti, ma se cominciano a piangere non li cheti più e ti trovi a pensare quanto tu sia fortunata a non essere mamma.
Però, chissà perché, la hostess ha sempre una certa presa su un bimbo, un effetto quasi ipnotico.
Sarà per il sorriso, sarà per il colore verde della nostra divisa o perché ce la mettiamo proprio tutta, tra smorfie e giochini, per tentare di divertirli.Avere bambini a bordo è spesso impegnativo.
Molto dipende dall’età e molto dalla libertà ed educazione ricevuta dai genitori. Ma questo vale in volo come in ogni altra circostanza.
Gli “infant” sono i neonati da 0 a 3 anni di età.
Possono essere veri angioletti, ma se cominciano a piangere non li cheti più e ti trovi a pensare quanto tu sia fortunata a non essere mamma.
Però, chissà perché, la hostess ha sempre una certa presa su un bimbo, un effetto quasi ipnotico.
Una volta catturata la loro attenzione il più è fatto, seguiranno con i loro occhietti furbi tutti i tuoi spostamenti e giocheranno a nascondersi fra le braccia della mamma per far nuovamente capolino e scoppiare in una di quelle fresche risate, che sono solo di chi sta piano piano scoprendo il mondo.
Il problema sorge, forse, quando a bordo c’è più di un bebè.
Il pianto incrociato di più neonati ti mette veramente in imbarazzo per non parlare dell’olezzo che si spande quando ogni piccino ha fatto il suo “dovere“. Ma se queste fossero le noie della vita credo che saremo tutti dei signori.
Il bimbo fra i 3 e i 10 anni ha già il suo caratterino e guai a contraddirlo in una sua richiesta o capriccio, ti faresti subito un nemico!
Va invece assecondato, mantenendo una certa autorità che ti permetta di stabilire le regole del gioco.
Di bimbi simpatici ne ho incontrati tanti. Molti li ho portati come UM, ossia minori non accompagnati da adulti.
Figli di genitori separati per la gran parte, sono molto svegli e sanno già tante cose sulla vita, permettendosi giudizi non del tutto fuori luogo.
Ricordo una bambina.
Io viaggiavo in divisa ma fuori servizio e le miei colleghe, titolari del volo, mi chiesero di sedermi accanto a lei per tenerle compagnia.
In principio lei non fu molto contenta, non dovevo esserle risultata simpatica, ma ho imparato che la chiave per entrare nelle grazie di un bambino è scoprire quello che più gli interessa e farlo diventare quello che più interessa a te!
Così, dopo qualche battuta e qualche racconto sulla sua famiglia, riuscimmo a trovare un argomento comune, in realtà comune a tutte noi donne: gli uomini!
Non ricordo il nome della bambina, aveva più o meno 11 anni e già aveva il ragazzino.
"Mi piace, è molto carino" mi diceva "però è noioso: trova sempre una scusa per avvicinarsi e baciarmi!"Mi venne da sorridere e le risposi che gli uomini erano tutti uguali, anche se in età differente ed era meglio che si abituasse a certi approcci.
Le domandai se le faceva piacere che lui la baciasse e lei, giustamente, replicò che per certe effusioni si sentiva ancora piccola, stava volentieri con lui, gli voleva bene ma voleva solo giocare e divertirsi e aggiunse che se fosse stato ancora così insistente certamente lo avrebbe lasciato!
Ad un certo punto volle sapere qualcosa di me ed io le confidai che tempo prima avevo frequentato un ragazzo che abitava proprio nella sua stessa città e che, purtroppo, avevo dovuto lasciare proprio perché, anche lui, insisteva nel baciarmi troppo.
"Davvero? E come si chiama?" mi interrogò..
"Matteo" le risposi
"Matteo?! Anch’io avevo un ragazzo che si chiamava Matteo...magari è la stessa persona!"
Immaginate i miei pensieri in quel momento…o lei era una ragazzina molto precoce, oppure io avevo gusti molto strani in fatto di uomini…
Le dissi ridendo che non poteva certo trattarsi dello stesso Matteo, data la differenza di età, ma lei ne era quasi convinta perché il ragazzo di cui parlava era molto più grande di lei; rimase molto delusa nello scoprire che il mio Matteo era un avvocato, mentre il suo era un musicista.
Non volli indagare oltre su questa storia.
Alla fine del volo eravamo diventate grandi amiche e tra un abbraccio e un bacio si fece promettere che sarei andata a farle visita appena possibile…Non l’ho più incontrata.
Una volta rischiai perfino un fidanzamento!
Il mio pretendente era un bimbo delizioso e molto sveglio che portammo da Milano a Marsiglia.
Mi ero fermata a giocare un poco con lui, dato che il volo non era pieno ed avevamo già terminato il servizio. Un tempo si giocava al Dottore e la paziente…lui si era inventato una Battaglia navale tutta speciale e lasciatemi dire, il tipetto aveva le idee ben chiare su quello che per lui erano le Ammiraglie da affondare!!!
Avevo perso il controllo della situazione!
Evidentemente il gioco gli era piaciuto ed io ancora di più, perché mi disse che aveva intenzione di fidanzarsi con me e voleva che scendessi con lui, per presentarmi al suo papà.
Il mio collega rideva come un matto mentre mi sentiva spiegare al bimbo che, prima di ufficializzare la cosa, sarebbe stato meglio parlare al papà e prepararlo all’incontro; non era carino arrivare in due e metterlo di fronte al fatto compiuto. Io lo avrei raggiunto in seguito. A lui sembrò un pensiero sensato.
Credevo di essere in salvo, ma quando fu il momento dell’addio lui voleva un bacio…e non un bacio sulla guancia, come stavo per dargli…un bacio sulla bocca, da veri fidanzati!
Che imbarazzo! E gli addetti dello scalo che sorridevano divertiti e aspettavano di vedere come me la sarei cavata.
Con calma gli risposi che non stava bene baciarsi davanti a tutti senza avere ancora l’autorizzazione del genitore e lui si dovette accontentare.
Scese lanciandomi sguardi innamorati...com’era carino!!
Voi potrete anche non crederci, ma vi assicuro che tutto si svolse esattamente come ho raccontato.
Meno brillante è stata la mia performance quando mi fu chiesto, tempo fa, di accudire un bebè per qualche istante.
Viaggiavamo da Roma a Ginevra, il volo era pieno, fortunatamente avevo a bordo alcuni colleghi in addestramento che avrebbero potuto darmi un piccolo aiuto.
Proprio in prima fila era seduta una signora, mi sembrava indiana, che aveva due bambine fra i 3 e i 6 anni e ne teneva in braccio una terza che avrà avuto circa 7 mesi.
Poco prima di iniziare la discesa una delle figlie manifestò il bisogno di andare in bagno e bisognava che la mamma l’accompagnasse.
Mi chiese così il favore di tenerle la neonata, mentre il collega si occupava della sorellina.
Appena le due piccole si accorsero di essere rimaste sole cominciarono a piangere come viti tagliate e non c’era maniera di calmarle.
Era un crescendo di lacrime, strilli e nasi colanti…se le avessimo torturate non avremmo sortito lo stesso effetto!
Tutto ciò avveniva fra gli sguardi disturbati, e in alcuni casi compassionevoli, degli altri passeggeri.
Con mia somma gioia, finalmente, la signora tornò a sedersi e istantaneamente (e non è per dire...) le pargole ritrovarono il sorriso.
A questo punto un signore seduto poco distante si lasciò sfuggire:
"Si vede, Signorina, che lei non ha figli!!"
Era
il colmo!


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