Non sempre i sogni sono desideri nascosti…talvolta sono
avventure imprevedibili, talvolta essi ci insegnano come vivere la realtà al di
là del sogno, talvolta sono solo dolci nascondigli dove vivere la nostra fantasia.
Ma anche questa favola inizia nella maniera più classica e
quindi…
C’era una volta una bella bambina dalla chioma rossa,
portava i capelli legati in due graziose trecce piene, nel visino puntellato di
lentiggini spuntavano due occhietti sorridenti ed una boccuccia rosea un po’
imbronciata. Viveva con la mamma e il
papà in una graziosa casina in campagna, circondata da un bel giardino pieno di
fiori e alberi da frutto. Lizzi era il suo nome e nonostante fosse una bimba
buona e ubbidiente, era una bimba molto indolente e bisognava sempre pungolarla
per farla muovere. Così la mamma la sgridava spesso e le trovava mille cose da
fare per combattere questo suo difetto.
Quel giorno, Lizzi si era appena svegliata, già molti galli
avevano cantato e quando scese per fare colazione trovò la mamma in procinto di
uscire per recarsi al mercato.
La mamma le disse di finire in fretta la colazione e
riordinare tutta la sua stanza, rifarsi il letto e poi mettersi a fare un po’
di compiti. Le diede un bel bacio sulla guancia ed uscì.
Lizzi cominciò a bere il suo latte e cioccolata, lentamente,
inzuppando ogni tanto un po’ di pane e burro che aveva trovato pronto nel
piattino accanto alla tazza.
Sempre lentamente scese dalla seggiola, lavò il piattino e
la tazza e tolse le briciole di pane dal tavolo, andò alla finestra e con la
sua grassa manina le gettò ai suoi amici uccellini che l’aspettavano sul ramo
del melo fischiettando. Rimase pigramente ad osservarli finché l’arrivo di grosso corvo nero gracchiante non
la distolse dai suoi pensieri. Guardò verso l’orologio sulla madia e si accorse
che era già passata un’ora!
Presto! Presto! Lizzi corse nella sua cameretta. C’erano
giocattoli dappertutto, bambole bionde vestite da damine, costruzioni in legno,
animaletti ogni dove, colori ed album da disegno.
Lizzi cominciò volenterosa e velocemente sistemò i suoi
giochi ognuno al proprio posto, preparando anche il libro dei compiti aperto
sulla sua scrivania.
Però che stanchezza…quanto lavoro…e ancora doveva rifare il
letto!
Ma per non fare inquietare la mamma si diresse verso il
letto. Non era una cosa facile! Il letto era un po’ più alto di lei e per
aiutarsi ci salì sopra e incominciò a tirare le lenzuola.
Ecco però che uno strano odore la colpì. Da dove poteva
venire? Da dentro il letto? Nooo…
Non era possibile eppure…Lizzi si infilò con la testa sotto
le coperte ma, scruta, scruta non riusciva a vedere nulla! Il suo letto non le
era mai apparsi così profondo! Ed era così buio! Poi un gemito e di nuovo
quello strano odore! Che poteva essere?
Si sa che l’occhio dopo un poco si abitua all’oscurità e
finalmente la bimba riuscì a vedere in fondo al suo letto il muso di un cane
accucciato! Ma come poteva essere finito laggiù? Lei aveva dormito nel letto
tutta la notte fino a mattino inoltrato…e non c’era nulla là sotto!
Ma …guardando bene si accorse che non era un solo cane,
erano una coppia di cani e almeno cinque cuccioli ed ancora tre gatti bigi ed
uno bianco.
Lizzi era sbalordita e si avvicinò per domandare a quel
gruppo di animali cosa facessero nel suo letto: avevano forse freddo? Erano
forse ammalati?
Ma gli animali scoperti si misero in fuga, riuscirono a
liberarsi dalle lenzuola e trovarono un’uscita in fondo al letto. Solo il gatto
bianco si fermò un attimo presso la bambina e la guardò con occhi dolci e bisognosi,
poi segui il gruppo!
Lizzi era pigra si, ma anche molto curiosa, così si mise a
rincorrere il gruppetto, che intanto era saltato giù dalla finestra e si era
allontanato al di là del giardino.
La bimba scese di corsa le scale, uscì di casa e si diede
l’inseguimento. Le sue gambette non erano certo veloci ma raggiunse facilmente
gli animali, anche perché essi trasportavano un fardello piuttosto pesante.
Che cosa poteva essere? Era uno strano animale, sembrava una sorta di
pesce perché aveva la coda coperta di
squame …però aveva anche una pelliccia lunga di un colore inusuale, verde,
forse blu , sembravano capelli, ma come faceva un pesce ad avere i capelli e
poi i capelli blu?!
Questo era troppo per lei e cominciò a chiamare gli animali
in fuga, invitandoli a fermarsi, lei aveva il fiatone e non poteva più correr
loro dietro!
Il cane più alto, che sembrava un alano, senza fermarsi la
guardò con i suoi grandi occhi tristi e le abbaiò in tono profondo che non
potevano fermarsi, dovevano salvare la loro amica e farlo velocemente.
La bambina allora si offrì di dare loro una mano ma doveva
almeno sapere di che cosa avevano bisogno e chi dovevano aiutare.
Sempre correndo il grande cane le rispose che cercava
dell’acqua possibilmente di mare, altrimenti la piccola sirena che portava
sulla groppa sarebbe morta.
Sirena?? Aveva detto proprio sirena?? Ma lo sapevano tutti
che le sirene non esistono! La mamma le aveva letto delle storie sulle sirene
ma le aveva anche detto che erano appunto solo favole!
La volevano certo prendere in giro e proprio per questo
decise di aiutarli, per poi smascherarli!
Acqua salata, acqua salata…dove potevano trovarla? Loro
abitavano in campagna, il mare era assai lontano…però c’era un fiumiciattolo
non troppo distante e se non ricordava male, la sua maestra durante una lezione
di geografia, aveva detto che tutti i fiumi vanno verso il mare e si gettano
alla fine in esso!
Valeva la pena tentare!
Disse all’alano di seguirla e girò verso l’aperta campagna.
Corsero ancora un po’ fino ad arrivare all’acqua. Lì si fermarono tutti e
ripresero fiato. I cuccioli e la bambina erano davvero stanchi, le loro
zampette non erano abituate a simile corse proprio come le gambette pigre di Lizzi.
L’alano aveva deposto a terra il fardello e dalla massa di
pelo verde blu ecco uscire un visino tondo di bambina. Aveva gli occhi azzurro
ghiaccio, le labbra rosse come corallo, la pelle pallida e fra i capelli, a
questo punto non potevano essere che capelli, una piccola stella marina.
Lizzi la rimirava incantata e la bimba sirena le sorrideva
debole.
Bisognava che subito si tuffasse in acqua, c’era poco tempo
ormai, così aiutata dai cani e dai gatti la spinsero verso il fiume e la fecero
cadere in acqua spiegandole che doveva solo lasciarsi andare.
Appena in acqua la sirena si sentì meglio e festosa si
tuffava e faceva capriole. Lizzi era felice ma non così gli amici animali,
volevano rimanere con la sirena…chi l’avrebbe aiutata adesso? Si sarebbe
sentita sola e anche loro avrebbero sentito la sua mancanza.
Ed anche la sirena in realtà non aveva nessuna voglia di
abbandonare chi l’aveva sorretta e protetta nella sua disavventura. Tornò
indietro e appoggiandosi alla sponda, parlò così:
- Voi mi avete salvata e amata ed io vi amo allo stesso
modo. Venite con me! Vi trasformerò in pesci e vivremo tutti insieme negli
abissi del mare, nel mio regno, dove nessuno ci potrà fare del male. Laggiù
potrete correre come sulla terra, ma lo farete con una pinna invece che con
quattro zampe. Avrete per cucce le morbide alghe marine e per giocare tutte le
mie amiche sirene!-
Gli animali si consultarono fra loro e poi si girarono
scodinzolando e facendo le fusa e si tuffarono anche loro in acqua.
Quando riemersero non erano più gli stessi…ma erano
diventati tutti degli strani pesci. Avevano corpi robusti e bocche dentate, con
denti lunghi e sottili, e per illuminare il loro cammino, poiché non erano abituati
alle oscurità del mare, la sirena li aveva forniti di piccole torce poste sopra
la testa.
La sirena allora guardò Lizzi e ringraziandola le disse che
se ne sarebbe andata portando con sé i suoi amici che ora erano diventati pesci
degli abissi.
Mentre Lizzi li guardava allontanarsi, si senti scuotere
dolcemente, un colpo di vento forse?
Poi ancora e ancora finché senti la voce di sua madre e si
ritrovò di colpo nella sua camera, dentro il letto ancora sfatto!
Ma allora…aveva solo dormito? Era stato solo un sogno? Cercò
di raccontare alla mamma quello che le era successo, cercò nel letto qualcosa
che provasse quello che lei diceva, ma il letto era tornato un comunissimo
lettino da bambina, pulito e profumato.
Aveva sognato tutto…ma era sembrato così vero! La mamma
l’abbraccio e la prese affettuosamente in giro, poi la portò giù in cucina. Il
pranzo era pronto e il papà le aspettava sorridente.
Nella cameretta tutto era in ordine, le bambole riunite in
cerchio che si salutavano fra loro, il libro dei compiti sempre aperto sulla
scrivania , le matite colorate dentro l’astuccio. La finestra era leggermente
aperta, entrava una fresca brezza odorosa ed un raggio di sole entrava
prepotente nella stanza facendo brillare
una piccola squama iridescente.
Buonanotte e sogni d'oro...